Devo ammettere di aver letto questo libro più per curiosità che per altro, ma già dopo le prime pagine mi sono resa conto di quanto potesse essere utile la sua lettura per un arciere o aspirante tale.
Il libro inizia narrando di uno straniero che, accompagnato da un ragazzo, decide di sfidare l’arciere più forte del paese, Tetsuya. Sicuro di sé vuole dimostrare la propria bravura al maestro, che però lo mette alla prova in situazioni sfavorevoli insegnandogli quanto sia importante tirare con la mente lucida senza tener conto dell’ambiente ostile che si ha intorno.
Nel resto del libro Tetsuya decide di spiegare il “cammino dell’arco” al giovane ragazzo che ha accompagnato lo straniero. Gli spiega come trattare l’arco, l’importanza di avere degli alleati, parla del bersaglio e della posizione di tiro. In tutta questa spiegazione Paulo Coelho ha avuto la capacità di utilizzare splendide metafore che si adattano perfettamente sia al tiro con l’arco sia alla vita quotidiana di tutti. Proprio per questo reputo che “Il cammino dell’arco” debba essere letto da chi decide di intraprendere il tiro con l’arco e da chi vuole avere in pochissime pagine degli insegnamenti utili.
“Ma non smettere mai di scoccare la freccia se l’unica cosa che ti paralizza è la paura di sbagliare. Se i movimenti che hai fatto sono corretti, apri la tua mano e lascia la corda. Anche se non raggiunge l’obiettivo, la prossima volta saprai perfezionare la tua mira”.